L’approccio bio-psico-sociale
L’attivazione della Rete del progetto N.O.I. implica un apprendimento reciproco tra i soggetti coinvolti, per la condivisione di una metodologia di presa in carico e la definizione di programmi personalizzati secondo il modello bio-psico-sociale. Tale modello rappresenta oggi uno dei riferimenti principali, sia in termini scientifici che metodologici, per la definizione della disabilità e per la sua valutazione, considerando non solo gli aspetti medici associati a una condizione di salute, ma anche i conseguenti elementi psicosociali.
L’approccio bio-psico-sociale, basandosi su un’idea di salute universale ed egualitaria, introduce alcuni concetti essenziali come:
- la centralità dell’interazione persona-ambiente;
- la natura dinamica della condizione di disabilità;
- la concezione multidimensionale della salute, declinabile nelle diverse componenti del funzionamento della persona: fisiche (bio), psicologiche (psico) e sociali;
- la necessità di un linguaggio comune e codificato come quello della Classificazione Internazionale del Funzionamento, Salute e Disabilità (ICF), adottata dall’OMS nel 2001 al fine di offrire una base scientifica per la descrizione della salute e delle condizioni ad essa correlate e migliorare la comunicazione fra operatori, amministratori pubblici e popolazione.
Il modello bio-psico-sociale trova nel collocamento mirato un primario ambito di applicazione, confermato anche dall’art. 1 del D.Lgs. n.151/2015 in relazione alla valutazione della disabilità, e rappresenta il paradigma seguito dal progetto N.O.I. per l’attivazione di una rete che possa specializzare la presa in carico delle persone con disabilità: attivazione in maniera integrata e coordinata di competenze multiprofessionali, in grado di progettare e sostenere percorsi personalizzati d’inserimento lavorativo che tengano conto di tutte le componenti (bio-psico-sociali) della persona.
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